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27 dic 2017

Batteri: quando sono pericolosi sulla coppetta mestruale?

Una delle domande che mi viene posta sempre quando dico di utilizzare la coppetta mestruale è: la coppetta può essere fonte di infezione?
Con questo articolo cercherò di darvi delle risposte, sperando di rassicurare le più dubbiose tra voi.
Sono tante le donne che pensano che la coppetta mestruale non sia igienica e a volte questa tesi è avvalorata da alcuni medici che non sono sufficientemente informati su di essa.
Infatti, se si legge qualche articolo presente su PubMed (motore di ricerca che trova articoli pubblicati su riviste scientifiche certificate) si evince che, da un punto di vista igienico, la coppetta non è più pericolosa di un assorbente interno.
Anzi, proprio per la sua funzione di raccogliere e non di assorbire, si rivela anche più rispettosa della fisiologia vaginale.
Perchè allora molte donne hanno dei timori a riguardo? Probabilmente il problema sorge sulla limitata conoscenza della microbiologia e l’eccessivo timore che abbiamo riguardo alle malattie veicolate da batteri.
Ho preparato per voi delle piastre in laboratorio per farvi capire come la coppetta sia più pulita sia della vostra vagina, che delle vostre mani.

Batteri: sono tutti pericolosi?

Non tutti i batteri sono una minaccia per la nostra salute, contrariamente a quanto può pensare un profano della microbiologia.
Purtroppo questo è un messaggio veicolato dai media che spingono all’acquisto di prodotti per l’igiene della casa e della persona o di additivi che “eliminano il 99% dei batteri” e chi più ne ha più ne metta.
L’igiene è importante, ma siamo sicuri di fare attenzione a quelli che sono i veri pericoli, le vere “bombe microbiologiche” presenti nelle nostre case?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Condividiamo la vita con miliardi di batteri e per fortuna il nostro sistema immunitario ci difende dagli eventuali attacchi esterni. Il corpo mette in atto molti “trucchi” per difendersi, ad esempio il nostro stomaco è dotato di succhi gastici che sono acidi, quindi inospitali per molti patogeni. I batteri lattici presenti nelle nostre vagine producono sostanze antibatteriche che limitano la crescita di batteri non “buoni”. Che dire poi del meccanismo della febbre: il rialzo della temperatura rende quest’ultima poco adatta all’ulteriore proliferazione batterica (o virale) durante la malattia.
I batteri non colonizzano solo il mondo attorno a noi, ma anche il nostro corpo e li ritroviamo nell’intestino, in bocca, sulla cute, in orecchie, naso, vagina.. In questo caso sono coinvolti nello svolgere funzioni fondamentali per la nostra salute. Quando i delicati equilibri delle flore microbiche vengono alterati, ne subiamo le conseguenze: basti pensare a cosa succede quando prendiamo un antibiotico o quando eccediamo nella detersione della cute o della vagina.
Cosa succede se uccidiamo, oltre i batteri “cattivi”, anche i batteri “buoni”? Compaiono irritazioni, infezioni, dermatiti, secchezza, prurito...

Entriamo in contatto con batteri continuamente, ma ciò non basta per ammalarsi.
Per dare malattia in un immunocompetente un batterio X potenzialmente patogeno deve riuscire a:
1) Raggiungere la sua dose infettante, cioè un numero minimo di unità che gli servono per attaccare in modo efficace l’ospite. Se non raggiunge questo numero minimo, non può dare malattia. La dose infettante utile a dare malattia cambia in base al batterio che stiamo prendendo in considerazione.
2) Avere una certa virulenza, cioè deve avere determinate caratteristiche che gli permettono di dare malattia una volta entrato in contatto con l’ospite.
3) Battere le difese immunitarie dell’ospite, il quale, se non è immunodepresso, si difende benissimo fino a che ne ha le forze.
Solo bambini e anziani possono essere molto più suscettibili alle infezioni proprio perchè nel primo caso il sistema immunitario non è ancora ben formato, mentre nel secondo è fortemente indebolito.
Una persona normale in condizioni normali è immunocompetente, ecco perchè non siamo sempre ammalati!
4) Il batterio deve entrare nel corpo attraverso una via congeniale alle sue caratteristiche (ad esempio deve penetrare nel corpo per via orale) e deve raggiungere il suo tessuto “preferito” che sarà colpito dalla patologia.
Se non entra per quella via, non riesce a dare malattia.
Ecco perchè io posso toccare delle superfici contaminate con le mani, e posso entrare in contatto ad esempio con delle salmonelle. Ma non per questo mi ammalo di salmonellosi!

Ma quali sono i principali veicoli di batteri attorno a noi?

Gli oggetti più sporchi con i quali entriamo in contatto ogni giorno sono presenti in abbondanza nelle nostre case, e li utilizziamo senza porci il minimo problema.
Potete leggere qualcosa qui e qui. Sono sicura che qualcuna di voi rimarrà stupita nel leggere queste classifiche. Sono utili per fare mente locale sul fatto che la coppetta mestruale è l’ultimo dei vostri problemi in quanto veicolo di patologie gravi.
E’ evidente che il vero pericolo quando si parla di batteri e malattie è riferibile solo ai nostri comportamenti scorretti, ad esempio non lavarci le mani accuratamente o non maneggiare e conservare correttamente gli alimenti.
Considerate che sul cibo sono presenti batteri nonostante le lavorazioni messe in atto per ridurne al minimo la presenza (es. pasteurizzazione).
Le nostre mani sono il principale veicolo di batteri: li portiamo qua e là toccando gli oggetti, li scambiamo tramite strette di mano ecc.. Alcuni di questi batteri riescono a sopravvivere sulle superfici per tempi considerevoli.
Il mio esperimento è molto banale, ma anche efficace perchè permette di visualizzare le differenze che riguardano la presenza batterica nelle diverse superfici. Ho fatto dei tamponi e li ho seminati su piastra preparata con agar nutriente e poco selettivo (TSA). Su questo tipo di agar possono crescere senza particolare difficoltà microrganismi con caratteristiche diverse tra loro.

In questa prima piastra vedete la differenza tra un tampone fatto su mani lavate per 30 secondi con sapone e uno fatto su mani sporche.
La differenza è notevole: quei puntini che si vedono chiaramente sull’agar sono colonie batteriche. Niente di strano, come vi dicevo all’inizio sulla nostra cute ci sono SEMPRE dei batteri commensali (per fortuna) che rimangono presenti anche dopo il lavaggio. Se così non fosse le nostre mani sarebbero sterili e i chirurghi per operare non dovrebbero mettere in atto tutte quelle accortezze fatte di lavaggi intensi con saponi fortemente antibatterici, o non dovrebbero essere obligati all’uso dei guanti sterili (che non sono i normali guanti usa e getta da ambulatorio).
Non solo la cute non è sterile, ma lo è ancora meno l’asciugamano che ho usato per asciugarmi le mani: lo avevo cambiato da due giorni, quindi assolutamente in linea con le abitudini di chiunque. Non credo ci sia qualcuno di voi che usa asciugamani usa e getta a casa, o panni sterilizzati come quelli che usano sempre i chirurghi prima di operare..
Avere le mani bel lavate è sufficiente a mettervi al riparo da rischi infettivi: questa piastra serve a farvi capire che la coppetta è sicura tanto quanto le mani che utilizzate per maneggiarla.

3 - Mani sporche; 4 - Mani lavate 30 sec col sapone

Ci sono donne che sentono la necessità di disinfettare la coppetta mestruale utilizzando prodotti molto aggressivi, arrivando addirittura ad utilizzare prodotti assolutamente sconsigliati come la candeggina.
Il problema principale è che queste non credono che la bollitura sia sufficiente ad eliminare i batteri che possono trovarsi sulla coppetta.
La bollitura è invece assolutamente affidabile, perchè i batteri mesofili (quelli che comunemente provocano malattia nell’uomo o vivono con lui come simbionti) vengono eliminati già con l’esposizione a una temperatura di 60°C.
Nella piastra qui sotto vi mostro la differenza tra coppetta lavata solo con il sapone neutro e la coppetta dopo bollitura. Il tampone è stato eseguito su una coppetta solo sciacquata con acqua e a 15 giorni dalla fine del flusso mestruale.
Nell’acqua dopo la bollitura ho aggiunto anche del bicarbonato che è un batteriostatico (lo aggiungo principalmente perchè toglie l’odore ferruginoso del sangue, non perchè penso che sia necessario ad ottenere maggiore pulizia). Non va usato in eccesso perchè è comunque basico e alcuni siliconi risentono di questo.
Come vedete il tampone da coppetta dopo bollitura non ha permesso di coltivare alcun batterio, nè fungo, nè lievito. La bollitura a 100°C per 5 minuti elimina qualsiasi forma di vita vegetativa che può essere presente sulla coppetta (io ho usato microonde a 750 W per 4 minuti). Ovviamente la coppetta è sterile fintanto che non viene portata fuori dall’acqua, per questo motivo preferiamo dire che subisce una disinfezione piuttosto che una sterilizzazione.
Per mantenere la sterilità della coppetta dovreste maneggiarla sotto cappa da laboratorio, con guanti sterili, asciugandola con un panno sterile.. Per quale motivo dovreste farlo? La dovrete poi usare in vagina, luogo tutt’altro che sterile!
Ho prelevato il tampone da entrambe le coppette senza toccarle con le mani e senza asciugarle, in modo che l’esame non venisse sfalsato da quello che potevo lasciare io sulla coppetta dopo il lavaggio o la bollitura.

5 - coppetta dopo bollitura; 6 - coppetta dopo lavaggio con solo sapone neutro



L’ultima piastra la metto per chi qualche tempo fa mi ha detto di non credere che la bocca è più sporca della vagina.
Penso che rimarranno molto deluse nel sapere che nella bocca ci sono più di 600 tipi di batteri diversi, molti di più di quelli che sono presenti nella vagina. Anche in questo caso sono un mix di batteri utili e non utili, questi ultimi tenuti tranquillamente a bada con dentifricio e spazzolino.
Eccovi quindi un tampone della mia bocca e uno della vagina: è chiaro che se in una vagina sana ci sono batteri lattici e altre rare presenze (altri batteri e lieviti come candida), in una bocca ci sono una miriade di batteri in più.
Lo si evince contando le colonie cresciute dalle due diverse semine.

1- flora batterica vaginale; 2 – flora batterica della bocca

Cosa possiamo concludere da questo esperimento?

Ovviamente non sono la prima persona al mondo a fare dei test sulla sicurezza delle coppette mestruali. Altri prima di me le hanno paragonate a assorbenti e tamponi, arrivando alla conclusione che non siano più pericolose di questi due più diffusi (mi auguro sempre meno) dispositivi.
Tutti questi dispositivi hanno necessità di essere gestiti seguendo le basilari norme igieniche.
Il sangue mestruale può essere un substrato per la crescita batterica se e solo se lo si mantiene in vagina per troppo tempo, perchè gli eventuali batteri “cattivi” trovano nutrimento e temperatura ideale per la loro crescita. La stessa cosa può succere se non ci si cambia l’assorbente esterno o interno con frequenza.
Con la coppetta inserita basta NON SUPERARE LE 12 ore di permanenza in vagina.
Alcuni produttori tirano indietro l’orologio dicendo di non superare le 6-8 ore, come si consiglia con gli assorbenti interni. Perchè possiamo dire di arrivare a 12 ore? Proprio per il fatto che la coppetta non assorbe e non crea un ambiente particolarmente favorevole per la proliferazione batterica, come invece succede con i tamponi interni. Entro le 12 ore la crescita batterica è limitata, quindi è un tempo di sicurezza affidabile per la gestione sicura della coppetta mestruale.
Per mia esperienza so che molte donne sforano le 12 ore, ma è un comportamento da dissuadere anche se si ha un flusso scarso. Basta mettersi un memo sul telefono, non è così difficile!
Maneggiate la vostra coppetta mestruale sempre con le mani pulite, perchè possono essere quelle il reale pericolo: attraverso le mani si possono veicolare sulla coppetta batteri che normalmente non ci sarebbero (ad es. batteri di origine fecale come E.Coli)
I batteri che io ho ritrovato sulla coppetta maneggiata con cura sono quelli normalmente presenti in vagina.
Se vi irritate mettendo e togliendo la coppetta mestruale, perchè siete poco pratiche, o perchè non usate lubrificante nonostante questo aiuti, o perchè avete le unghie molto lunghe e vi siete pizzicate, può subentrare un’infezione.
Ma l’infezione non vi è venuta per colpa della coppetta mestruale, bensì perchè i batteri già presenti nell’area “approfittano” della cute lesa e quindi più vulnerabile.
Alcune infezioni sono persistenti e se mal curate possono cronicizzare. Prima di pensare che sia colpa della coppetta, valutate se avete fatto tutto il possibile per curarvi e soprattutto se siete andate dal medico a farvi fare una diagnosi specifica.
Tutti i batteri o i lieviti rispondono meglio a certi tipi di farmaci e accorgimenti e per questo è importante individuare correttamente l’agente infettivo che sta causando la malattia.

La coppetta è prodotta in silicone medicale e ne esistono di vari tipi, ma le caratteristiche di questo materiale sono pressochè identiche.
Il silicone medicale è ampiamente utilizzato in medicina proprio per la sua peculiarità di essere scarsamente attaccabile dai batteri. La sua superficie è molto meno rugosa rispetto ad altre plastiche e per questo viene utilizzato anche per impianti intra-corporei, che possono durare anni e anni prima di essere sostituiti.
Da anni si sa che sulla superficie dei dispositivi medicali, come ad esempio i cateteri, si può formare un biofilm batterico che ha come principale problema l’essere resistente a disinfettanti e antibiotici.
Ovviamente si tratta di un caso limite, perchè parliamo di problemi in pazienti ospedalizzati e/o immunodepressi e riguardano l’uso di dispositivi che vengono inseriti prevalentemente in vene o arterie.
Anche se sulla nostra coppetta mestruale si formasse un biofilm, le condizioni di pericolosità dello stesso sono pari a zero.
Inoltre, per evitare che questo biofilm diventi molto più resistente, è proprio utile utilizzare la bollitura piuttosto che agenti chimici ai quali i batteri che formano il biofilm possono diventare resistenti, al contrario di quanto accade per il calore.

Il silicone viene scelto per la coppetta soprattutto perchè è un materiale facilmente igienizzabile, visto che resiste benissimo alle alte temperature e non teme minimamente di essere esposto ai 100°C dell’acqua. Mettendo la coppetta in immersione nell’acqua l’eliminazione dei batteri inizia dai 60°C e continua in modo logaritmico man mano che aumenta la temperatura. Considerate che una parte dei batteri presenti sulla coppetta li eliminerete con il lavaggio pre-bollitura, il resto verrà eliminato con la bollitura.
Se usate coppetta con infezioni in corso potete prolungare la bollitura a 10 minuti.
Ricordate in ogni caso che, anche se durante un’infezione c’è una maggiore presenza di un patogeno, le difese immunitarie sono già attive per eliminarlo (quindi il numero di batteri si riduce) e soprattutto non cambiano le caratteristiche dei batteri stessi.
Con una bollitura al mese la coppetta non si rovina, quindi non temete di usare questo metodo di igienizzazione.
A seconda della tipologia il silicone resiste invece meno a sostanze acide e basiche, per cui dovete sempre leggere se sul sito del produttore vengono sconsigliate alcune sostanze.
La durata del silicone medicale varia dai 2 ai 10 anni, a seconda del tipo di prodotto. Per essere sicure della durata della vostra coppetta, o per capire se ci sono particolari sostanze da evitare, chiedete informazioni al produttore della stessa.
Come si capisce chiaramente dalle piastre, le colonie di batteri ottenute dal tampone sulla coppetta mestruale non fatta bollire sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle presenti naturalmente nel luogo in cui viene alloggiata durante le mestruazioni: la vostra vagina.
Vi consiglio comunque di fare esattamente quello che c’è scritto su tutti i foglietti illustrativi di tutte le coppette in commercio (tranne femmycycle che si disinfetta con una soluzione di acqua e aceto, per via del silicone con cui è fatta): fate bollire la vostra coppetta una volta al mese, o prima o dopo le mestruazioni.
Se la fate bollire a fine mestruazioni, la potrete riporre pulita e pronta per l’uso al ciclo successivo.
Se farete bollire la vostra coppetta sarete sicure di eliminare tutti i residui presenti su di essa e non ci sarà il benchè minimo rischio riferibile all’uso della stessa.

L’igiene è importante e ci ha permesso di ammalarci di meno, ma non deve diventare maniacale. L’uso di troppi agenti chimici ha lo stesso effetto dell’uso scorretto degli antibiotici: i batteri si adattano e diventano sempre più resistenti.
Evitate quindi questi prodotti che possono avere effetti negativi sia per la nostra salute che per l’ambiente!
Se dovete per forza farne uso per qualche motivo almeno utilizzate solo prodotti dedicati alla disinfezione del silicone medicale.

Spero di avervi convinte con questa dimostrazione. Per qualsiasi perplessità potete come al solito trovare informazioni e supporto nella pagina facebook “Donne con la coppetta”.


About the author: Erica
28 anni, laureanda in medicina veterinaria. Una passione per la microbiologia, perchè "è affascinante vedere la vita che cresce su una piccola piastra di Petri!" Ama la natura in tutte le sue sfaccettature e crede fermamente che ognuno debba fare il proprio meglio, per prendersi cura di questo nostro meraviglioso pianeta.

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